Raffaele BIGI

  

                             Fotografo 

 

Raffaele Bigi fotografa da quando aveva 10 anni, da quando gli fu regalato una semplice macchina fotografica Bencini Comet 2 in lega di alluminio pressofuso. Nel tempo ha fotografato di tutto raggiungendo pian piano uno "stile" suo particolare. Le sue foto sono semplici, non sono elaborate, non tramutano la realtà, ma ripropongono il vero, il bello, la natura, la vita quotidiana; hanno tutte la capacità di cogliere i particolari della realtà.

 

Le sue foto non sono da interpretare, sono immediate! Suscitano emozioni in chi le osserva; Bigi cura in modo particolare il taglio delle sue opere: mette quasi sempre l'uomo al centro delle sue foto, anche quando non è presente, ma la sua presenza si avverte ugualmente.  

 

Ha partecipato a diversi concorsi e mostre fotografiche locali e nazionali (1975, 1977, 1979, 1981, 1982) piazzandosi sempre nei primi posti, quando non è risultato il primo in assoluto. Altre volte è stato inserito nella giuria (nel 1980 e nel 1981) rispettivamente all'8° e al 9° Trofeo Aternum, mentre nel 1985 al Concorso Fotografico Regionale svoltosi a Chieti dal tema "Salvatore Salvatori". 

 

E' stato invitato ad esporre a Pescara nel 1982 presso il Centro Abruzzese Documentazione Fotografica, meglio conosciuto come Foto Club, in via Pisa 47, le sue opere ad una personale tenutasi dal 20 marzo al 3 aprile dal titolo "Paesaggio e natura". In tale occasione la redazione di un settimanale, "Abruzzo Press", ha scritto:

 

 Una mostra fotografica di Lello BIGI

  

...Sono poche le mostre personali fotografiche che si svolgono nella nostra regione, ma in quest'ultimo periodo stiamo assistendo ad un crescente successo di iniziative sia dal punto di vista numerico che qualitativo, come la mostra di Raffaele Bigi che ha avuto come tema conduttore "Paesaggio e Natura".

 

Dalle sue foto emergono una buona tecnica fotografica, un taglio decisivo, passato inosservato ad un occhio non allenato, un'ottima inquadratura del soggetto scelto, una ricerca accurata del particolare che denota la sensibilità dell'autore.

 

Ma non è tutto: alla base delle sue immagini c'è tanta sensibilità fotografica, senza elaborazioni tecniche dei soggetti scelti (contrariamente a quanto succede oggi); ci sono infatti un'accurata ricerca e scelta dei paesaggi montani, campestri, in cui tutto appare dominato da un senso di tranquillità, di libertà, di spensieratezza, a volte di immobilismo; in cui tutto appare fermato nel tempo, come se tutte le attuali vicissitudini della società moderna, la sua corsa frenetica col tempo, i problemi e l'ansia del dovere quotisiano, insomma come se tutto il vivere di oggi non fosse riuscito a turbare e ad intaccare né l'ottica di Bigi, né i luoghi e le cose che ci propone. Le sue foto ci presentano un paradiso idilliaco, ma non tanto, dato che sono sempre foto e non disegni, in cui traspaiono il suo stato d'animo e le su escelte, il suo modo di essere e il suo mondo.

 

Raramente nelle sue opere appare l'uomo, ma è come se ci fosse e se ne avverte sempre la presenza: è insomma come se dovesse sbucare da un momento all'altro. Non è certo misantropia la sua, ma soltanto una proposta, un invito a ritrovare e a far ritrovare la felicità dell'anima, la gioia di sapersi accontentare delle piccole cose, di quelle più genuine, di saper vedere con l'ottica della semplicità e riscoprire le cose più naturali e più umane del vivere quotidiano quali: l'alba sul mare, il tramonto, un ruscello, un albero, una casa nel bosco, un lago, un monte, una vallata, un campo, una collina, una colomba, le mucche, un granchio, un vicolo, un portone, ...

 

Queste sono le  sue  foto!

 

Per l'autore le cose semplici sono le più belle e le più grandi e un'educazione a tal fine porterà a cercare e alla fine far trovare l'uomo e la sua giusta dimensione.

L'inserimento nella natura e il contatto con essa fondono per l'autore, in tutto armonioso, il senso dello spazio infinito, del tempo che scorre, dell'infinitamente piccolo.

 

Lo studio per la natura e per le sue meraviglie porta l'uomo inquieto e pieno di vita (come forse Bigi è) a pensare a cose più elevate. Ed è il trionfo dei colori e della fantasia!